sabato 12 luglio 2008

NAPOLIDE

Napolide è una parola dello scrittore napoletano Erri De Luca, e rappresenta perfettamente quello che sente un napoletano che lascia la terra che lo ha formato agli affetti....
quelli napoletani però: la rabbia la volontà la resistenza la caparbietà....
Io sono una di queste, una napolide: affrancata da Napoli e affrancata dai suoi affetti.

Apolide di altro affetto, quello comune, l'amore ed il calore sono approdata a Roma, lo so non c'ha il mare!
E qui con la valigia di cartone ho scoperto un mondo...
E piano piano il pugno stretto dalla rabbia dalla diffidenza e dalla paura si è aperto a persone belle, a quella sensazione strana che ti parte come una vampata di calore che rimbalza tra la faccia e il cuore e che è sentire amore.

1 commento:

Simone ha detto...

mi adotto anche io...
anche io apolide qui. a ciascuno di noi manca qualcosa, una spiaggia, un mare. io sono un po' di ovunque, ma umbro in buona parte. e la cosa che mi manca è la terra. ma non la mia terra, la terra proprio: la terra ha un odore, ed ogni pezzo la sua. il bosco ha un odore, e durante l'anno cambia, e diversi boschi hanno diversi odori. così il campo dove ho coltivato pomodori e uccsio animali da mangiare... e ciascuno di noi vive con la testa in un luogo ed il resto del corpo in un altro. gli apolidi son smembrati, non sono pienamente in un posto, anche se vi tornano, non saranno mai più lì. e se non vi tornano, una parte di loro vi sarà sempre. Mai più in un luogo solo, diaspore esistentive dell'ovunque