Profitto volentieri dell’insieme di accidenti che vanno sotto il rispettabile nome di esperienza.
(erri de luca) Ma qualche volta mi invento di procurarmeli!
Ci sono uomini di parola e uomini di silenzio... A me piacciono entrambi ma quello che mi mette i brividi è quando uno dell'un genere approda all'altro e nuota!
di solito si parte dal fondo. per conoscere qualcuno intendo. quindi capisci affinità quando ridi con una persona. Ridere bene con le persone che hai al fianco è importantissimo, enon per noia, ma perché se ridi bene con qualcuno vuol dire che hai lo stesso senso del ridicolo, del non-importante. per esclusione hai quindi lo stesso senso dell'importante. quindi per questo ridere bene con qualcuno è un partire dal fondo: ci ridi bene se hai lo stesso insieme di cose non-importanti, e quindi condividi le cose importanti. Con Cafee non si è partiti dal fondo, ma dall'inizio: preferire Erri de Luca ad ogni altro, è partire dalla cima. e benché molte delle nostre definizioni, anche di noi stessi (a me non piace... io non sono... io non capisco... io non intendo ecc.) sono negative, un "non-", partire con Erri de Luca è comunque un "pro-": e questo vale sia per il contenuto che per la forma. che in Erri de luca è praticamente inscindibile, perché il contenuto lo richiede: non si può parlare di cose ultime con "forse" e i "ma anche", proprio perché cose ultime. quando accenture mi fece il colloquio ancora ero convinto che la mia strada fosse nel continuare a studiare filosofia, e il manager mi metteva in difficoltà, vedendo il mio curriculum non proprio coerente con la scelta di Filosofia, con domande del tipo: "ma lei come si trova a cambiare sempre problematica, come fa ad analizzare sempre problemi diversi ecc...", io risposi l'unica cosa che ritenessi sensata al momento "è chiaro, come diceva Heidegger, è l'oggetto che all'interno della sua precomprensione ontologica suggerisce i metodi d'indagine dello stesso" quindi condividere Erri de Luca non è condividere un autore, ma è condividere un modo di comprendere, di essere, di capire, di snervare, di piangere, di intristire, di sciacallarsi esperienze addosso, di deridersi, di spogliarsi, di condannare, di redimere... è bastato quello con cafee, raccontarsi Erri de Luca, vomitandoselo addosso ciascuno con i propri enzimi, diversi, ma comunque metabolizzato. si progredisce e si litiga ma si guarda al futuro, e nel nostro caso non è un'accezione temporale, ma una cartolarizzazione del presente fastidio.
ecco! vedete non glil'ha fatta a stare zitto!!!!! grandioso! vorrei tanto dire che condivido tutto quello che ha detto ma avrei dovuto capirci qualcosa!!!!! l'unica che posso dire è che ce lo vedo rispondere cosi' al manager accenture! il guaio è che il manager (che non c'ha capito niente pure lui) ha pensato che era fico e se l'è ripreso... Aaaahhh Sti' Andersenne!!!
3 commenti:
"..."
di solito si parte dal fondo.
per conoscere qualcuno intendo. quindi capisci affinità quando ridi con una persona. Ridere bene con le persone che hai al fianco è importantissimo, enon per noia, ma perché se ridi bene con qualcuno vuol dire che hai lo stesso senso del ridicolo, del non-importante. per esclusione hai quindi lo stesso senso dell'importante. quindi per questo ridere bene con qualcuno è un partire dal fondo: ci ridi bene se hai lo stesso insieme di cose non-importanti, e quindi condividi le cose importanti.
Con Cafee non si è partiti dal fondo, ma dall'inizio: preferire Erri de Luca ad ogni altro, è partire dalla cima. e benché molte delle nostre definizioni, anche di noi stessi (a me non piace... io non sono... io non capisco... io non intendo ecc.) sono negative, un "non-", partire con Erri de Luca è comunque un "pro-": e questo vale sia per il contenuto che per la forma. che in Erri de luca è praticamente inscindibile, perché il contenuto lo richiede: non si può parlare di cose ultime con "forse" e i "ma anche", proprio perché cose ultime.
quando accenture mi fece il colloquio ancora ero convinto che la mia strada fosse nel continuare a studiare filosofia, e il manager mi metteva in difficoltà, vedendo il mio curriculum non proprio coerente con la scelta di Filosofia, con domande del tipo: "ma lei come si trova a cambiare sempre problematica, come fa ad analizzare sempre problemi diversi ecc...", io risposi l'unica cosa che ritenessi sensata al momento "è chiaro, come diceva Heidegger, è l'oggetto che all'interno della sua precomprensione ontologica suggerisce i metodi d'indagine dello stesso"
quindi condividere Erri de Luca non è condividere un autore, ma è condividere un modo di comprendere, di essere, di capire, di snervare, di piangere, di intristire, di sciacallarsi esperienze addosso, di deridersi, di spogliarsi, di condannare, di redimere...
è bastato quello con cafee, raccontarsi Erri de Luca, vomitandoselo addosso ciascuno con i propri enzimi, diversi, ma comunque metabolizzato.
si progredisce e si litiga ma si guarda al futuro, e nel nostro caso non è un'accezione temporale, ma una cartolarizzazione del presente fastidio.
ecco! vedete non glil'ha fatta a stare zitto!!!!! grandioso! vorrei tanto dire che condivido tutto quello che ha detto ma avrei dovuto capirci qualcosa!!!!! l'unica che posso dire è che ce lo vedo rispondere cosi' al manager accenture! il guaio è che il manager (che non c'ha capito niente pure lui) ha pensato che era fico e se l'è ripreso...
Aaaahhh Sti' Andersenne!!!
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