venerdì 15 agosto 2008

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nei silenzi
che precipitano
tra le parole dovute
lo spazio
per l'impossibile nostro ora.

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4 commenti:

Simone ha detto...

"mai più mi chinai, e nemmeno su un fiore, più non arrossii nel rubare l'amore, dal momento che Inverno mi convinse che Dio non sarebbe arrossito rubandomi il mio" la poesia salva e giustifica, persino dal più tragico degli inganni o delle azioni.
Eppure fai bene a dire quel che dici, che per chi ha poesia dentro, ci sono silenzi di poesia e non silenzi da poesia. grazie cafee.

Simone ha detto...

"nei silenzi che precipitano tra le parole dovute, lo spazio per l'impossibile nostro ora". solo ora, dopo averlo assurdamente chiesto, capisco che l'hai scritta tu.
rigrazie di tanta bellezza: "La tua poesia lega insieme quindici vite disossate; ma non tutti hanno tanta fame di abisso" (io)

Anonimo ha detto...

lo so, lo so ... non c'è fame di abisso e forse anche un po' timore di un viaggio verso il sud piu' sud di noi stessi... Chissà poi perchè?! Paura diritrovarsi con se stessi?! Paura di scoprirsi e di trovare che li' in quell'abisso c'è qualcosa di originalissimo che vuole uscire a incontrare gli altri?!
Non lo sapro' mai penso...
Intanto io, di tigna, vado avanti nell'abisso e trovo luce, che ci posso fare? e' forse un delitto?!!
Baci
cafee

Anonimo ha detto...

cafee bellissima, quanto più vai al nucleo tanto più acceleri e - sì - trovi luce ma soprattutto, fattelo dire, la emetti.